- Avv. Giorgio Vasi
False dichiarazioni nell'autocertificazione per spostarsi durante il lockdown: sono reato?
La sentenza del Tribunale di Milano, Ufficio del G.i.p, del 16 novembre 2020, n. 1940, affronta con grande chiarezza il tema della falsa dichiarazione suscettibile di rilevanze penali, evidenziando che la prova di un fatto pretende che esso sia già venuto ad esistenza, con la conseguenza che la falsa dichiarazione di una mera intenzione non può avere efficacia probatoria e perciò offendere il bene giuridico proprio dei delitti di falso.
Anche quando non vi è dubbio che l'intenzione dichiarata nel modulo di autocertificazione non abbia trovato riscontro nei successivi accertamenti della P.G., va escluso che tale falsità integri gli estremi del delitto di falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico.
L'art 483 c.p. incrimina esclusivamente il privato che attesti al pubblico ufficiale fatti dei quali l'atto è destinato a provare la verità.
In Giurisprudenza è pacifico che siano estranei all'applicazione dell'art. 483 c.p. le dichiarazioni che non riguardano "fatti" di cui può essere attestata la verità immediatamente, ma che si rivelino mere manifestazioni di volontà intenzionali o propositi.
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